Identificació de l'escultura dels Tetrarques segons recull Francesco Sansovino

Identificació de l'escultura dels Tetrarques segons recull Francesco Sansovino


Cap a l'any 1587 Francesco Sansovino a Delle Cose Notabili Della Città Di Venetia recull la llegenda popular que donava explicació a l'enigmàtica escultura dels Tetrarques a la Venècia del segle XVI. 
El llibre recull les explicacions que dóna un Venecià (Ven) a un Foraster (For) que visita i vol conèixer la ciutat. Quan el Foraster mostra la seva curiositat per l'origen del Tresor i els intents de robatori, el Venecià el respon amb la història d'un grec, que amagant-se sota un altar i a través d'un forat, va aconseguir robar el tresor. En comprar el passatge per embarcar-lo per un altra ciutat, el mercader descobrí que es tractava del tresor Venecià i el denuncià, aconseguint així que el tresor romangués a la Basílica de Sant Marc i que el grec fos castigat. El Venecià considera també oportú explicar-li un altra faula que s'explica i que va relacionada amb el tresor i els seus orígens: quatre mercaders posseïdors d'un gran tresor naveguen cap a Venècia. Degut a la magnitud del botí i amb l'objectiu de gaudir-lo en la seva totalitat, dos mercaders decideixen, d'amagat dels altres, enverinar els seus companys, els quals havien acordat fer el mateix. Per tant, al posar marxa el pla, moriren tots quatre, i al no tenir hereus, el tresor passà a mans dels Venecians. El Venecià explica al Foraster que aquelles figures en pòrfir de la cantonada de [la Porta de] la Carta i a prop de la porta del Palau [ducal], que s'abracen de dos en dos (és a dir, els Tetrarques), serien els quatre mercaders.

“For. Quanto al thesoro che voi avete deto, io desidero di saper due cose: l’una in che maniera s’è havuto; l’altra s’è vero che foße rubato da un Greco, come io hò inteso. 
Ven. Quanto alla prima domanda, le cose che son nell thesoro, parte si sono acquistate per la presura di Costantinopoli, & di molte altre Città; e parte sono state a questo Dominio donate da diversi altri Principi i Signori. E si costuma di metterlo sù l’altar grande di S.Marco le feste principali dell’anno, accioche tutto il popolo lo vegga. Si mostra anco particolarmente a quei Signori che uengono in questa Città, & che hanno diletto di ueder le cose notabili che ci sono. E veduto il thesoro si conducono di sopra, vicino alla sala del Consiglio, ove è l’armamento del Consiglio di X. ricchissimo, e belissimo a veder quanto altro che sia. Quanto poi a quella parte ch’il thesoro fosse rubato, è commune a ogniuno, (e il Sabellico ne fa memoria nelle Sue Historie) ch’il ladro fù un Greco, il qual cacciatosi in Chiesa sotto un’altare, e fatto un foro sotto terra, riuscí a drittura nella stanza del thesoro, e ogni mattina uscito di sotto l’altare, portava via la terra in un sacchettino. Giunto al luogo ne cavò fuori tutto il meglio. E si dice, che volendo imbarcarsi per portar via ogni cosa, dono à un suo Compare un balascio, il qual riconoscendolo, per haverlo veduto nel thesoro, corse alla Signoria, & riferí il tutto; perche preso il Greco, e confeßando il furto, fù impiccato per la gola. Ne vi voglio lasciar di dire una favola che si racconta, che furon già quattro mercanti, i quali havendo questo thesoro, lo portarono in Venetia. Et perche pareva ch’i posseditori di eßo fussero troppo numero, due di loro s’accordarono di avelenar gli altri due compagni, i quali s’erano anch’essi accordati a far il medesimo a quegl’altri due, & che si guardando l’un dal’altro, meßo in eßecutione il pensier loro, si morirono tutti quattro; perche non havendo essi heredi, focceße il Dominio in questi beni. Et vogliono le brigate che quelle quattro figure di porfido che son sul cantonale incontro alla carta, ch’e vicino alla porta grande del Palazzo, che s’abbracciano a due a due, sieno i mercanti predetti. Ma come io vi hò detto ella è una favola.

SANSOVINO, Francesco. Delle Cose Notabili Della Città Di Venetia, Libri II. Nie i quali si contengono Vsanze antiche. Habiti & vestiti ... L'Aggionta Della dichiaratione delle Istorie ... Venetia: Appresso Felice Valgrisio, 1587. P. 66 – 69.

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